A lezione di storia con Il Basket Siamo Noi. E’ stato un successo il primo incontro del ciclo “Galleani Leggenda”, organizzato dal Trust proprietario al 5% di Pallacanestro Varese, che ha visto protagonisti Sandro Galleani e Dino Meneghin.

Nella sala Paolo VI dell’oratorio di Masnago, davanti a un buon pubblico (circa 80 persone, presente anche l’attuale capitano biancorosso Giancarlo Ferrero), i due narratori d’eccezione hanno ripercorso un decennio mitico dell’epopea societaria: gli anni 70, terreno di caccia per una Pallacanestro Varese che in quelle stagioni si affermò come la squadra più blasonata d’Italia e d’Europa, vincendo 6 scudetti, 5 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe Intercontinentali e 3 Coppe Italia. Anni inalienabili nella costruzione della leggenda della società varesina, rivissuti dallo storico masseur e dal giocatore più rappresentativo dell’epoca con una formidabile verve che ha messo l’accento non solo sugli episodi sportivi (come scordare le dieci finali di coppa consecutive?) o sulle conquiste da almanacco.

Con il sorriso sulle labbra, infatti, Sandro e Dino si sono soffermati su personaggi, aneddoti e sul clima che quelle squadre che si alternavano all’ombra del Sacro Monte hanno saputo creare dentro e fuori dal campo: gli scherzi che hanno portato a coniare il soprannome di “Banda dei Matti”, i rapporti di amicizia che andavano ben oltre il parquet, le trasferte improbabili “oltre cortina” (viste almeno con gli occhi di oggi…) che diventavano occasione di avventure memorabili e ancora oggi vive nel ricordo… Il mix ha conquistato i presenti, in due ore volate tra risate ed emozioni senza pari.

Quella servita ieri è stata solo la prima portata di un menù ancora ricco. E’ infatti già in cantiere il secondo appuntamento di Galleani Leggenda, previsto per il mese di maggio: a finire sotto la lente d’ingrandimento di mahatma Sandro (e di altri grandi ospiti che verranno svelati nelle prossime settimane) saranno stavolta gli anni 90, culminati con l’indimenticabile scudetto della Stella.

Fabio Gandini