Cinque lunghi anni, cinque stagioni intense, un lustro indimenticabile per il difensore Alessandro Bratto che lascia il Verbano con un po’ di rammarico. “E’ stata una mia scelta – spiega il giocatore classe 1983 -, dettata esclusivamente dalla mia volotà. Ho sentito il bisogno di avere altri stimoli, arrivati alla mia età o smetti o cambi”. Da ieri è ufficiale il suo approdo in Piemonte, allo Stresa neopromosso in Serie D.

Così, dopo mister Celestini e il compagno Amelotti, il club rossonero dà l’addio anche ad un altro pezzo pregiato. “E’ un saluto col sorriso. Ringrazio la famiglia Barbarito tutta, ma Pietro in particolare perché sono stato benissimo e perché mi hanno dato anche la possibilità di lavorare. Non mi andava di inizare e non essere sicuro, ho preferito essere chiaro e per il patron è stata un po’ una sorpresa”.

Durante il ciclo Celestini, la squadra si è tolta grandi soddisfazioni: “Quest’anno siamo rimasti primi per 14 partite e se a dicembre fosse arrivato un attaccante come minimo avremmo fatto i playoff . Nonostante questo però siamo andati oltre alle più rosee aspettative. Auguro il meglio alla squadra e al nuovo mister Marzio che conosco molto bene”.

Capitolo ricordi: “Quello più positivo è senza dubbio la vittoria in semifinale playoff col Legnano di tre anni fa. Momenti difficili invece non ce ne sono stati. Sono stato fortunato a giocare in questo ambiente. Preferisco salutare lasciando un bel ricordo”.

Tra i momenti più emozionanti rientra sicuramente la sfida col Varese in una Bombonera strapiena: “E’ stato bello proprio per quello, siamo tornati a respirare un po’ di calcio vero grazie alla presenza di oltre mille spettatori. L’unico rammarico è di averlo affrontato alla prima giornata, con la squadra ancora da rodare. Il Verbano di quest’anno o dell’anno scorso lo poteva battere”.

Elisa Cascioli