7 ottobre 1984. Il Varese del presidente Mario Colantuoni affronta in trasferta il Catania nella sfida valevole per la quarta giornata di Serie B. Mancano poco meno di una decina di minuti al termine del match che gli etnei stanno conducendo per 1-0 grazie alla rete di Coppola al 68’. A salvare le sorti di quella domenica complicata ci pensa il difensore Attilio Papis che all’83’ insacca il pallone del pareggio. Un giovane tifoso biancorosso si diverte, come sempre, anche quella domenica a disegnare su carta le gesta dei suoi beniamini con cura maniacale. La stoffa non gli manca. I quotidiani locali lo notano. In particolare “La Prealpina” che il giorno dopo sceglie di pubblicare la sua vignetta e che al termine della stagione gli propone addirittura di collaborare. Inizia così l’avventura nel mondo del giornalismo di Vito Romaniello, giornalista e storico-statistico del calcio che oggi, più di trent’anni dopo quel fatidico gol, è vicedirettore dell’agenzia di stampa LaPresse.

Vito e PizzulINCONTRI – Da quel giorno ne sono successe di cose. Vito ha collaborato con molti giornali di fama nazionale quali “Tuttosport”, “La Stampa”, emittenti televisive come “Rai”, “Mediaset” ecc. Inutile dire che di personaggi ne abbia conosciuti ed intervistati molti, ma solo alcuni gli sono rimasti nel cuore. “Uno degli incontri che porterò per sempre con me è quello con Pelè nel 2008 al Festival Internazionale del Cinema Sportivo. Una persona strepitosa: umile, semplice e molto disponibile – racconta Vito –. Un’altra persona che mi è rimasta nel cuore è Aldo Biscardi che insieme alla sua famiglia ha avuto fiducia in me, introducendomi nel mondo delle telecronache sul digitale terrestre a La7. Ricordo ancora la prima: Roma-Chievo”. E indovinate un po’ chi commentava l’Inter che giocava in contemporanea? Il telecronista per eccellenza, il grande Bruno Pizzul. “Con lui ho condiviso molte trasferte… Bruno non ha la patente”.

LA SVOLTA – Snodo della sua vita professionale è l’incontro con Beppe Sannino, ex allenatore del Varese capace di riportare i biancorossi in B dopo una trentina d’anni. “Sono molto legato a Beppe – confessa Vito –. Ci siamo trovati in un momento particolare delle nostre vite. Uno di quei periodi in cui il tuo lavoro non viene riconosciuto dagli altri, in cui nulla va per il verso giusto. Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo preso il coraggio a due mani, scegliendo di lasciarci alle spalle le sfortune della vita professionale. Concentrarci solo ed esclusivamente sul presente, dimenticarci del passato e non guardare al futuro. Lui ha iniziato la scalata dalla Serie C2 alla Serie A ed io sono giunto alla direzione di un’agenzia giornalistica di cui tuttora faccio parte”.

Vito RomanielloLO SPORT A TAVOLA – Parallelamente agli incontri, ci sono anche i numerosi progetti che Vito Romaniello ha portato avanti nel corso della sua lunga carriera da giornalista. Uno dei più riusciti è quello di “Italia Foodball Club” che coniuga lo sport ed il cibo. “In occasione di EXPO 2015 ho presentato il mio libro ‘Italia Foodball Club’ – racconta Vito –. Era pensato prettamente per i turisti stranieri che volessero conoscere gli usi ed i costumi locali, soprattutto quelli culinari. Per ogni regione infatti ho inserito la squadra di calcio e l’eccellenza enogastronomica”. In un paese come il nostro, ricco di storie e di sfumature paesaggistiche e culinarie che lo rendono inimitabile, il libro ha raccolto molti consensi. Da lì sono nati un sito con le interviste a sportivi di spicco ed ora anche una radio dedicata. “Penso che il segreto del successo di questo format stia nella possibilità che viene offerta agli sportivi di raccontarsi attraverso le loro storie e gli usi e costumi della loro terra. Di ricordare i momenti belli della loro vita, che spesso sono legati ad un piatto tipico del luogo di cui sono originari. Insomma, è un’occasione per stare insieme, per parlare, per ritrovarsi. Che non è così scontato nella società moderna. E poi a tavola, come mi disse l’arbitro Graziano Cesari, vengono fuori grandi verità”.

CUORE BIANCOROSSO – Filo conduttore della storia di Vito Romaniello è l’amore per un città e per sua squadra: il Varese. Non poteva dunque mancare, per concludere, una riflessione sulla situazione attuale in quel di Masnago: “Credo che manchi la programmazione. Ed anche un po’ di entusiasmo. Per farvi un esempio, il Varese di Sannino o quello di Maran conquistavano tutto sul campo, facevano i fatti; oggi mi sembra che prevalgano le parole. Ci vuole l’attaccamento alla maglia e Iacolino questo l’ha capito. Penso che Iacolino abbia compreso l’importanza della piazza, confido in lui”. Parola di Vito.

Alessio Colombo