Una figura legata a doppio filo a molti traguardi storici raggiunti dalla Pallacanestro Varese, ma impegnata al contempo nel consolidamento del presente e del futuro della società. Il ritorno di Antonio Bulgheroni – concretizzatosi nel maggio del 2016 con il suo ingresso nel CdA – è tutt’altro che simbolico e il Toto, oltre che rappresentare un importante punto di riferimento, è in prima linea nell’appoggiare e consigliare le operazioni che vengono svolte dal club di Piazza Montegrappa.

Un passo indietro alle scelte estive: in che modo è stata importante la continuità garantita dalla presenza di Coldebella e Caja?
«Ci ha permesso di poter lavorare con persone con cui abbiamo lavorato molto bene per tutto il finale della scorsa stagione. Personalmente ho delle sintonie con Claudio Coldebella sul modo di vedere la pallacanestro anche in relazione alle risorse disponibili e questo ha facilitato moltissimo le scelte che sono state fatte».

Cosa pensa della squadra per quanto visto fino ad ora?
«Il lavoro fatto bene paga sempre, di questo ne siamo tutti convinti. Il fatto di avere poche risorse in relazione a molte delle avversarie ci ha obbligato ad andare un po’ più a fondo nella scelta dei giocatori. Per quel poco che ha dimostrato fino ad ora, la squadra ha fatto vedere organizzazione di gioco, un’identità forte e alcune buone individualità che a giudizio mio e non solo non si sono ancora espresse al 100%. Siamo sulla buona strada e siamo fiduciosi».

Ci sono effettivamente squadre che fanno “un altro campionato”?
«Sì, almeno cinque o sei formazioni hanno un potenziale di uomini – a causa di un budget superiore al nostro – sicuramente più alto e non possiamo che prenderne atto. Un calendario un po’ più favorevole ci avrebbe permesso forse un impatto più positivo sul campionato, ma comunque tutte le squadre vanno incontrate e molto dipende dal momento: le coppe ad esempio possono stancare qualche avversaria, poi c’è il fattore infortuni. Anche noi stessi possiamo avere momenti più o meno favorevoli. Ci vuole fortuna da questo punto di vista. Il nostro campionato è di fatto iniziato con Cantù e anche con Brescia – una di quelle squadre con un potenziale superiore al nostro – ci sono stati buoni segnali: la partita si è svolta su alcuni episodi, come ad esempio le tre triple consecutive di Vitali. Noi abbiamo fallito qualche buona opportunità e, anche se manca la controprova, dico che se la gara fosse durata cinque minuti in più avremmo avuto qualche chance. Anche sconfitte come questa fanno parte di un bagaglio di esperienze, soprattutto per i giocatori nuovi per il campionato, che ci aiuterà in futuro».

VARESE ALLENAMENTI OPENJOBMETIS NUOVI ARRIVATI NELLA FOTO COLDEBELLA BULGHERONIOtto italiane in Europa, ma anche situazioni allarmanti come quella di Cantù: qual è lo stato di salute del movimento?
«È sempre difficile esprimere un giudizio generale perché ci sono società solide e società che magari potrebbero faticare a concludere il campionato. È sempre stato così e penso che sempre lo sarà. La situazione di Cantù dispiace a tutti, al di là della rivalità speriamo si arrivi ad una soluzione con l’attuale proprietà o con altri. Cantù è una di quelle piazze che il basket italiano non deve perdere».

Quali sono le prospettive per il settore giovanile dopo le novità estive?
«Penso che l’entrata di Gianfranco Ponti in Pallacanestro Varese non può che essere vista in modo positivo: il fatto che abbia deciso di investire sul settore giovanile è rilevante e mi auguro che questa situazione possa durare a lungo di modo che si possano vedere i frutti di ciò che sta venendo seminato. Il mio giudizio su questa questione è molto semplice: grazie Gianfranco e benvenuto».

Lei ha vissuto diverse fasi della storia biancorossa: in questo momento, a suo avviso, a che punto siamo?
«Siamo in una fase di costruzione. Il Consorzio e il suo presidente hanno dato e danno una solidità importante: permettono alla Pallacanestro Varese di potersi assicurare un futuro nella realtà e nelle posizioni attuali. Pallacanestro Varese è una realtà non solo sportiva, ma anche sociale: è importante per tutto il territorio e per ciò che gravita attorno. Il Consorzio continua a impegnarsi per trovare nuovi soci e noi speriamo di essere in grado di attrarre sponsor o personaggi che possano aiutarci a crescere. Il compito dell’attuale CdA è quello di dare solidità al prodotto squadra e al contempo cercare di mettere le basi per una programmazione che possa portare a un miglioramento e a un legame sempre più forte con la realtà sociale».

Filippo Antonelli