La Varesina incappa nella seconda sconfitta consecutiva casalinga, cedendo in casa per 1-3 contro il Borgosesia ,e ora la classifica inizia a mettere ansia. Certo, siamo solo all’inizio e niente è ancora detto, ma si sa che per un campionato tranquillo bisogna fare bene tra le mure amiche. La squadra di Venegono Inferiore, per la verità, esce un po’ da questo mantra. Anche l’anno scorso, infatti, gli uomini della squadra della provincia hanno fatto molta fatica a ingranare in casa. Ed è per questo che mister Marco Spilli, durante la conferenza stampa post-gara, si è mostrato abbastanza tranquillo, seppur deluso dal risultato. “Qualche passo avanti rispetto alla Caronnese l’abbiamo fatto -dichiara Spilli-. Oggi meritavamo qualcosa in più, ma ci siamo fatti bucare ingenuamente. Loro erano molto veloci e ho cercato di contrastarli con una difesa a tre e cinque centrocampisti. Tatticamente abbiamo fatto bene, ma quando i gol te li fai da soli, è normale perdere”.
E’ uno Spilli motivato quello del post-partita. Ma è anche un mister che deve ammettere che “La difficoltà al momento è psicologica. Appena sbagliamo qualcosa o prendiamo gol, si va alla deriva. E’ un problema che dobbiamo risolvere anche per evitare le paure dell’anno scorso. Mancano più di trenta partite e andare già in ansia non ha senso”. I tifosi oggi hanno mostrato molto nervosismo per gioco e risultato, cosa che in campo non è passata inosservata. “Certo, fare un punto in tre partite (di cui due in casa) è un bottino abbastanza magro -dice Spilli-. E’ ovvio che non ci possono accogliere con rose e fiori in mano, ma è altrettanto innegabile che questo clima fuori si sente anche in campo…”.
Infine, l’allenatore della Varesina si è anche soffermato sulla prestazione di qualche singolo: “Del Ventisette ha fatto bene, a parte sul terzo gol. Ha fatto un errore concettuale uscendo dai pali e cercando l’anticipo, ma è giovane e ci sta. Penso che nel calcio moderno sia fondamentale cercare la profondità, e alcuni dei miei ragazzi non lo fanno ancora nel modo giusto. Shiba è l’unico, ma vorrei che anche Giovio e Chiarabini, due grandi giocatori, invece di volere il pallone sui piedi cercassero la profondità”.

Simone Calabrese

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