Lucia Bosetti si è ripresa a tutti gli effetti l’azzurro, quell’azzurro che da qualche anno a questa parte le aveva riservato più dolori che gioie. Con la medaglia d’argento conquistata al World Grand Prix, la più grande delle figlie d’arte di Giuseppe Bosetti (da pochi giorni il professore ha iniziato la sua avventura in Turchia al Vakifbank Istanbul) si è lasciata definitivamente alle spalle il brutto infortunio al ginocchio sinistro rimediato con l’Italia proprio durante il World Grand Prix di tre anni fa e la delusione per la mancata convocazione per le Olimpiadi dello scorso anno.
Ora, con il nuovo ciclo voluto dal ct Davide Mazzanti, la schiacciatrice classe 1989 originaria di Albizzate, è di nuovo al centro del progetto e ha ripagato alla grande la ritrovata fiducia.

Abbiamo visto un’ottima Lucia, sei soddisfatta di te stessa?
“Sono contenta di quanto ho fatto a livello personale, ma ancora di più per quello che abbiamo raggiunto con la squadra. Era qualche anno che l’Italia non riusciva ad arrivare così in alto in una competizione internazionale e sono veramente felice per la medaglia d’argento che ci siamo messe al collo a Nanchino”.

In te c’è dunque più felicità che delusione per il secondo posto al World Grand Prix?
“A caldo è stato grande il dispiacere per aver perso la finale al tie-break contro il Brasile. Siamo davvero andate vicinissime ad una trionfo straordinario e un po’ di rammarico, quindi, è innegabile che ci sia. Quando si arriva ad un passo dal successo si vuole solo vincere, nient’altro. A mente fredda, però, credo che abbiamo fatto qualcosa di molto importante: dopo una brutta partenza nelle prime due gare del primo weekend di qualificazione, siamo cresciute esponenzialmente e ci siamo meritate prima le Final Six e poi la finalissima. Sono orgogliosa di noi e il ricordo di questa esperienza è molto buono”.

Hai parlato di gruppo. E’ stato quello il segreto della cavalcata verso la finale?
“Decisamente. Siamo migliorate giorno dopo giorno come prestazioni in campo e questo secondo me è merito dell’armonia e dell’equilibrio che si sono creati tra di noi anche al di fuori degli allenamenti e delle partite. Mazzanti è stato bravissimo ad amalgamare al meglio la squadra e a caricarci ogni giorno per le sfide che ci attendevano. In competizioni così lunghe ed impegnative, è fondamentale avere un allenatore e delle compagne con le quali ti trovi in sintonia. Le vittorie passano da quest’aspetto”.

L’azzurro è tornato tra le tue priorità dopo un periodo non facile, merito di Mazzanti?
“Gli ultimi due anni sono stati molto complicati, anche per via di alcuni infortuni che ho patito e di una condizione non sempre al top. Dopo la mancata convocazione per le Olimpiadi dell’anno scorso, ero scettica di tornare in Nazionale e di poter essere ancora nei piani azzurri. Ma con Mazzanti e con le ragazze di questo gruppo si è ricreato un bel clima e sono felice di aver dato il mio contributo alla causa”.

Sei tra le più esperte di quest’Italia e hai vinto tanto in carriera. Come hai visto le più giovani?
“Sono interessanti e hanno grande talento. Ho già giocato con loro in nazionale e ho avuto modo di vederle all’opera pure in campionato. Ci sono prospetti di alto livello e, in più, sono tutte brave ragazze e con la testa sulle spalle”.

Durante il World Grand Prix hai avuto modo di giocare parecchie volte titolare, tante delle quali con tua sorella Caterina. Che effetto ti fa?
“E’ sempre bello poter condividere con lei momenti così importanti, mi fa piacere essere in campo con mia sorella e spero di poterlo fare anche ai prossimi Europei”.

In quanto atleta sei abituata a stare lontano da casa e dagli affetti per tanto tempo, ma in questo World Grand Prix siete state all’estero per ben cinque settimane. Ti è pesato?
“E’ stata davvero dura, non lo nascondo. Il World Grand Prix è una manifestazione faticosa dal punto di vista fisico ma anche da quello mentale. Non è facile viaggiare, allenarsi, scendere in campo per le partite e cercare di dare sempre il massimo. Ma, anche qui, il gruppo ha fatto tanto e ci siamo date energia a vicenda nei momenti in cui la famiglia ci è mancata di più. Ora finalmente mi godo qualche giorno di vacanza in compagnia dei miei cari”.

Prossima tappa Europei a fine settembre in Azerbaigian e Georgia. Dove può arrivare l’Italia?
“Sicuramente ora le squadre ci terranno maggiormente in considerazione e ci studieranno con più attenzione. Siamo solo all’inizio di un ciclo lungo, ma abbiamo posto solide basi di partenza. Non sarà facile perchè ci troveremo di fronte avversarie agguerrite come, ad esempio, Serbia e Olanda, ma noi ci saremo e vogliamo fare un’ottima figura”.

Laura Paganini
(foto worldgrandprix.2017)