Una sconfitta da ricordare. La partita con l’Inveruno ha lasciato ai tifosi biancorossi tanto amaro in bocca, eppure il pubblico presente domenica al “Franco Ossola” non si è certo annoiato, perché nove reti in 90’ (quelle che hanno decretato il 4-5 finale) non si vedono certo spesso da queste parti. Anzi, un simile diluvio di reti non cadeva su Masnago dal lontanissimo 12 marzo del 1944, quasi settantatré anni fa. L’Italia era nel pieno del secondo conflitto mondiale e il Varese, che disputava il “campionato di guerra”, quel pomeriggio annichilì la Cremonese per 7 reti a 2. Un successo largo, determinato dal poker messo a segno da Vittorio Ghirlanda (centrocampista nativo di Carrara, che risulterà capocannoniere dei biancorossi con 8 marcature) e dagli acuti di Giuseppe Arezzi, Enrico Boniforti e del grande Giuseppe Meazza, biancorosso per una stagione, che fu al solito implacabile dal dischetto. Per la Cremonese, furono Barbieri e Cadregari a violare la porta difesa da Diamante.

Il primato assoluto di gol segnati in una sola partita a Masnago (dieci) è però detenuto da due incontri casalinghi del Varese in due diversi campionati di serie C degli Anni Quaranta. La prima pioggia di reti ebbe luogo nella stagione 1940/41, quando i biancorossi superarono per 10 a 0 i novaresi del Galliate. La seconda goleada fu, invece, ottenuta ai danni della Juve  Domo e fu la più significativa, perché permise alla Varese Sportiva, come allora si chiamava la nostra società di calcio, di accedere agli spareggi per la promozione in serie B (traguardo poi mancato a causa di un peggior quoziente reti rispetto all’Anconitana). Era il 14 giugno del 1942, ultima di campionato, e i biancorossi, appaiati al Vigevano in testa alla classifica, avevano necessità di segnare molte reti per prevalere sui lomellini, in campo a Gallarate. In collegamento telefonico con lo stadio “Maino”, i dirigenti biancorossi, con in testa il ragionier Eligio Caronni, dettavano ai giocatori in campo il numero di gol necessari. Alla fine il Vigevano trafisse solo due volte la Gallaratese ma, per ottenere il migliore quoziente reti, il Varese dovette realizzarne dieci. La porta degli ossolani era difesa da un giovanissimo portiere varesino, Arialdo Giobbi,  cresciuto nelle giovanili biancorosse il quale, dopo l’ubriacatura di reti subite nella sua Masnago, si diede alla pallacanestro. Insieme con il fratello Valerio e altri pionieri del basket sotto il Sacro Monte,  Giobbi diede un apporto fondamentale alla prima, storica promozione della Pallacanestro Varese nella massima serie. Se, quella domenica a Masnago,  il giovane portiere poi divenuto pivot dovette raccogliere per ben dieci volte il pallone dal “sacco” non fu per caso: in quella stagione 1941/42 il Varese, forte del “trio mitraglia” composto da Giovanni Toscano, Ettore Allegri (poi medico di Fausto Coppi) e dall’argentino Carlito Garavelli (allora “idolo” di Masnago come sarà, molti decenni più tardi, il brasiliano Neto Pereira), andò a segno ben 119 volte, conquistando il primato assoluto, tutt’ora imbattuto,  di gol segnati da qualsiasi squadra in tutti i campionati di serie C.  E il piemontese Toscano mantenne, con 38 reti, il titolo di miglior cannoniere biancorosso per settant’anni, vale a dire fino alla stagione di serie B 2012/13 quando il primato di gol segnati è passato a Giulio Ebagua.

Nove reti il pubblico di Masnago le vide anche in precedenti incontri disputati negli Anni Trenta e Quaranta. Il 25 ottobre del 1931, il Varese impose un sonoro 9-0 alla Trevigliese, mentre il 15 marzo del 1942 i biancorossi superarono per 8-1 il Lissone. Un’altra squadra brianzola, il Cantù, uscì sconfitta per  9-0 dallo stadio del Littorio l’11 gennaio del 1942.

Il primato assoluto di reti segnate in una gara ufficiale dei biancorossi spetta, però, ad una partita disputata lontano da Masnago. L’11 dicembre 1932 i biancorossi furono travolti, a Torino, dalla Juventus B, la squadra delle riserve bianconere che, allora, disputava la serie C. 9-2 fu il risultato finale, per un totale di 11 marcature in novanta minuti. Altrettanto  eclatante fu la débacle del 29 ottobre 1933 a Piacenza: i biancorossi (a segno con Pierino Zonda e Natale Pedetti)caddero per 8-2 sotto i colpi degli emiliani, trascinati da un incontenibile Carlo Girometta, autore di una cinquina.

                                                                                                                                                                        F&F Bonoldi