Probabilmente quella in corso sarà la sua ultima stagione da giocatore di hockey; poi, dopo una vita trascorsa sul ghiaccio, appenderà i pattini al chiodo: si tratta di Benedetto Pirro, attaccante classe 1985 che in questo scorcio di campionato ha messo a segno un gol e ha fornito ai compagni tre assist. “Sono nato e cresciuto a Milano e anche adesso è a Milano che lavoro e vivo. Penso proprio di chiudere quest’anno la mia carriera perché gli impegni si moltiplicano e faccio sempre più fatica a ritagliare tempo per allenamenti e partite; inoltre, ormai ho una certa età e il fisico non è più quello di una volta – spiega – “.

Pirro ha indossato i pattini da bambino e la sua prima maglia è stata quella dei Milano Vipers. “Ho avuto la fortuna di fare l’intera trafila del settore giovanile dei Vipers e poi approdare in Serie A con la prima squadra; ho giocato poco, ma ho avuto  l’onore di allenarmi costantemente con due grandissimi giocatori di hockey quali sono stati Joe Busillo e Mario Brian Chitaroni. Quello è stato il picco più alto della mia vita hockystica e sono stati momenti che non potrò mai dimenticare”. Poi, a causa del lavoro e anche di «un livello tecnico che non riuscivo a raggiungere e sostenere”, è passato ai Mastini in Serie B, ha conquistato il campionato di Serie B con il Milano Rossoblù, ha detto sì per un’annata al Como e poi è tornato a Varese, sponda Killer Bees: «I Killer Bees sono stati un ottimo compromesso per conciliare la mia passione per l’hockey e la mia vita personale. Mi sono tolto tante soddisfazioni, l’ultima delle quali l’anno scorso con la vittoria in Coppa Ticino. Ora sono felicissimo di essere parte dei Bandits, una realtà nuova ma che sta funzionando davvero bene».

Oltre ai risultati positivi ottenuti finora, ciò che sta piacendo a “Ben” è «la coesione del nostro gruppo, l’unità di intenti che c’è tra di noi. Non mi aspettavo che si formasse fin da subito una squadra  così affiatata e devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa. Tra ragazzi ci conoscevamo tutti, a parte forse qualche giovane, e si è creata un’alchimia molto forte che si vede anche sul ghiaccio. Artefice di tutto ciò è coach Cacciatore, che sta facendo un piccolo grande capolavoro e un miracolo sportivo portando innovazioni tattiche e infondendo fiducia in ognuno di noi».

Nelle ultime due gare contro Pergine e Alleghe sono arrivate per i Bandits due sconfitte, ma il bicchiere è mezzo pieno: «Abbiamo dimostrato di giocarcela contro tutte le squadre che spesso hanno a disposizione giocatori di grande esperienza e che hanno calcato palcoscenici importanti. Tra di noi è il solo Rigoni ad averne, ma tutti stiamo dando il massimo e stiamo tirando fuori il meglio di noi stessi. Grazie a questa nostra attitudine, stiamo dando del filo da torcere a tutti e lo faremo anche domenica contro Appiano. Finora, delle formazioni che abbiamo già incontrato, mi ha colpito molto Merano che, a parer mio, è atleticamente e tatticamente di un altro pianeta; Milano non è certo da meno, ma non è una sorpresa perché è una compagine costruita per vincere di nuovo. E noi? Noi siamo i Bandits, siamo ancora in fase di costruzione, ma continueremo a far vedere le nostre ottime potenzialità».

Laura Paganini
(foto di Luca Mutti)