Pasquetta, tempo di barbecue. Ovunque, ma non alla Pro Patria. Dove peraltro sulla griglia c’era già finito da tempo Bonazzi. Ma il Lunedì dell’Angelo edizione 2017 andrà ai posteri come il primo giorno sul campo (e davanti ai microfoni) del nuovo allenatore biancoblu, il croato Ivan Javorcic. “Le mie parole ora hanno poco peso specifico. Bisogna parlare il meno possibile. Il mio orizzonte si ferma alla gara di domenica con lo Scanzorosciate. Sono qui perché cerco emozioni forti. La storia e la cultura calcistica di questa città mi hanno incuriosito e poi ho conosciuto due signori (Asmini e Turotti, ndr) con grande spirito di competitività e voglia di vincere. A questo punto della stagione non avrei avuto problemi ad aspettare ancora. Ma ho scelto con grande entusiasmo di accettare la proposta”.

Ivan Javorcic nuovo allenatore ProL’impressione a pelle (inutile nasconderlo), è più che buona. Lo spalatino ha modi consoni e non ama le perifrasi. Per i fatti (ovviamente), bisognerà aspettare. “Il mio pensiero va all’allenatore che mi ha preceduto. E’ il bene e il male del mestiere. Merita rispetto. Sino ad ora, a Brescia e Mantova, ho agito come Pronto Soccorso. Spero in futuro di poter lavorare anche in condizioni diverse. Qui non ho portato un vice. La mia idea di calcio? Non conterà il modulo ma l’atteggiamento. Voglio intensità, aggressività, gioco collettivo, altruismo, solidarietà e pensiero unico. Ed uscire dal campo sempre da vincenti”. Un manifesto ideologico in linea con gli atout richiesti dalla società. La firma in calce è messa da Sandro Turotti: “Non mi piace la definizione di traghettatore. C’è un accordo fino a fine stagione. Queste settimane serviranno per concoscerci meglio. Poi si vedrà. Ci ha colpito e conquistato il suo entusiasmo. E l’idea di calcio che è vicina alla nostra. Certamente abbiamo cercato caratteristiche diverse da quelle di Bonazzi. Almeno sul piano caratteriale. C’era poco tempo e dopo giovedì ho ricevuto molte telefonate. Ma non mi piacciono i raccomandati”. L’assist della scelta (come puntualizzato da Salvatore Asmini), è farina del sacco di Enrico Dalè, uno dei due osservatori (l’altro e Ferrero) in carico al club tigrotto: “Abbiamo sempre condiviso le decisioni. E anche questa è frutto del lavoro di squadra”.

Le ultime due sconfitte in striscia giustificano la seduta (semi)punitiva nella giornata di festa. E la presenza del vice presidente Nazareno Tiburzi, fresco di abbronzantissimo rientro dall’altra parte del globo: “Ho ricevuto la notizia delle dimissioni di Bonazzi a 10 mila km da qui. Sono sempre ottimista e anche se il Monza è irraggiungibile, possiamo ancora arrivare secondi o terzi (secondi no, ndr). Il nostro obiettivo è la Lega Pro e mi auguro che il mister ci possa traghettare in questa fase”. Ma non si era detto traghettatore no? Lapsus freudiano o meno, lo sapremo tra 4 (sarebbe meglio 5) settimane.

Giovanni Castiglioni