Lei da una parte. Lui dall’altra. Faccia a faccia. Patrizia Testa e Sandro Turotti. Il futuro della Pro Patria passa dall’incontro che presidentessa e DS avranno a stretto giro di posta. Tempo qualche giorno nella parentesi tra la vacanza in Grecia e la finale di Cardiff e andrà in scena l’appuntamento che dovrà gettare le basi per la nuova stagione. Pura formalità? Non proprio.
Risultati deludenti, avances societarie respinte e dimissioni di Asmini hanno infatti lasciato una discreta coda di nodi da sciogliere. Andando a ritroso, dopo l’uscita di scena del DG (ieri al Velodromo “Battaglia” di Busto Garolfo per la sfida playout tra Bustese e Legnano), il vuoto verrà colmato con un accorpamento di deleghe. Con conseguenti superpoteri assunti dal biellese. E (ipotesi), un ruolo più strutturato per gli osservatori Dalè e Ferrero (in particolare il primo). Tutto qui? Per nulla. C’è ovviamente dell’altro. Proviamo così ad immaginare su quali temi verrà sviluppato il rendez-vous prossimo venturo.

Cosa chiederà la Testa? Esprimerà fiducia. Convinta. Potendo portare a conforto il rimbalzo delle proposte ricevute nei mesi scorsi. Alla cui base c’era proprio il taglio dei due direttori. Quanto nella fermezza presidenziale abbia inciso l’esistenza di un accordo biennale, è probabilmente superfluo da sottolineare. Sia come sia, il veto è stato comunque posto.
In cambio, però, la numero uno tigrotta non potrà che chiedere risultati migliori (e qualche scommessa in meno, a partire dall’allenatore), rispetto alla stagione appena conclusa. Per dare un senso alla prosecuzione del rapporto.   

Cosa risponderà Turotti? Obiettivi in linea con i mezzi a disposizione. E (sul punto in questione), massima trasparenza con i tifosi. L’argomento non è un inedito. Già a margine della contestazione post 1-1 con il Caravaggio del 18 settembre scorso, il DS biancoblu era sbottato: “Non siamo il Parma o il Venezia dell’anno scorso. Non possiamo ammazzare il campionato”. Facile pensare che quest’anno il concetto verrà espresso (senza equivoci) già a luglio. Tanto più che il budget potrebbe essere in linea (magari anche inferiore), con quello del campionato 2016/2017. A meno di corpose sponde economiche al momento non di stretta attualità.           
Asmini lascia. Turotti raddoppia. Il progetto biennale ha già bisogno di un tagliando. Per la Pro Patria è una nuova ripartenza.         

Giovanni Castiglioni