Il “no” che aleggiava da giorni è adesso definitivo. E’ ufficiale che il Varese non giocherà la Lega Pro, lo ha comunicato poco fa la società stessa. Carlo Tavecchio in persona, raggiunto nella giornata odierna dai dirigenti biancorossi, che, partiti ieri sera, si sono recati direttamente in Francia, a Montpellier, ha ribadito l’impossibilità, in base alle norme vigenti, di accettare le richieste presentate. Il general manager Paolo Basile, il presidente Gabriele Ciavarrella, il patron del Bellinzago Antonio Massaro, scortati dal segretario generale Marco Bof, hanno compiuto il viaggio di quasi 700 chilometri in macchina come estremo tentativo, ma il numero uno della Figc è stato irremovibile.

Qual era l’operazione messa in piedi? I vertici di piazzale De Gasperi erano pronti a sposarsi con lo Sporting Bellinzago, società piemontese neopromossa in Serie C nel maggio scorso che però non sarebbe in grado di sostenere il peso del professionismo, anche perché non ha l’impianto a norma e il Comune della piccola cittadina non è disposto ad investire nella struttura. Il patron Antonio Massaro, proprietario dell’azienda Tecnova e tifoso del Varese, si è messo in contatto con l’ambiente biancorosso ed è nata un’idea che però non è potuta decollare. Lo Sporting Bellinzago ha chiesto alla Federcalcio di spostare la propria sede a Lonate Pozzolo, nel Varesotto, di poter giocare al “Franco Ossola” e di cambiare nome in Sporting Varese. Nel frattempo è stata fondata una nuova società, chiamata appunto Sporting Varese e che comprendeva lo stesso Massaro, assieme a Paolo Basile, attuale general manager biancorosso, che avrebbe aquisito il Bellinzago nel caso in cui fosse arrivato il “sì”. A questo punto il Varese Calcio sarebbe sparito e a Masnago sarebbe tornata la Lega Pro.

Invece nulla da fare. I motivi? Il regolamento prevede di poter spostare la propria sede solo ogni due anni. Lo Sporting Bellinzago aveva già cambiato “casa”, era il 2014, ma alla Federazione è stato comunicato ufficialmente solo nell’estate scorsa (2015). Inoltre, è risultato inaccettabile il cambio denominazione in Sporting Varese, in quanto in caso di scelta di un nome diverso deve comparire il comune di appartenenza. Dunque, nulla da fare.

Il Varese incassa il no, ma non si scompone. La dirigenza è già proiettata verso la Serie D, categoria raggiunta quest’anno, e domani esporrà i suoi programmi incontrando la stampa; non sarà presente però Massaro. Il Varese Calcio va avanti e domani si capirà in che modo, con la società che nel comunicato ufficiale parla di “rinnovato entusiasmo“.
Che fine fa invece lo Sporing Bellinzago? “Non lo so ancora – ci dice Massaro -. Ho un solo giorno per decidere. Oggi ci penso e domani vedremo. Sono molto amareggiato perché abbiamo incassato una risposta negativa per una stupidata. Vedremo cosa succederà”.

Elisa Cascioli