Bianca Ioana Barbosu, classe 1999, rumena di formazione italiana, è una delle giovani promesse inserite quest’anno nella rosa di serie A1 delle Pallamano Cassano Femminile. Ad ogni partita dimostra di essere all’altezza del posto affidatole. Definita dal Presidente Petazzi “una realtà”, Bianca, nonostante la sua giovane età, è caparbia e determinata. Non le sono bastati diversi infortuni a fermarla e oggi, giorno dopo giorno, si guadagna il suo posto in squadra tra le grandi.

Tu rappresenti una delle giovanissime che quest’anno si è inserita nella prima squadra in Serie A1, come procede l’inserimento e che tipo di supporto ricevete dalle più grandi?

Siamo riuscite a integrarci fin da subito e con molte di loro ci giocavamo anche da piccole. Agli allenamenti ci aiutano e ogni volta provano a darci consigli utili per non sbagliare e migliorare noi stesse. Avendo più esperienza di noi piccole, ogni consiglio è utile”.

Tu senza dubbio sei una delle giovani promesse di questo Cassano, abbiamo sentito più volte il Presidente Petazzi, tessere le tue lodi, così come di altre tue coetanee. Qual è il tuo carattere in campo e come dovrebbe essere secondo te una brava pallamanista?

In campo provo a dare sempre il meglio di me, molte volte mi arrabbio con me stessa perché so di saper fare quello che mi chiede l’allenatrice, ma con un po’ di distrazione e/o paura di sbagliare, anche le cose più banali non mi escono. Per me una brava Pallamanista deve essere umile. In campo deve aiutare gli altri e incoraggiare la squadra. Ma anche il comportamento fuori è importante”.

Cosa rappresenta per te la Pallamano? Raccontaci anche quando hai iniziato e perché ti sei appassionata.

Per me la Pallamano rappresenta tutto, non c’è parola che possa esprimere ciò che io provo per la Pallamano. Quando ho iniziato avevo 9 anni, ed ero arrivata da poco in Italia. Alle elementari avevano dato un volantino di Pallamano. Per imparare la lingua, io e mio fratello siamo andati a giocare. All’inizio andavo tanto per fare qualcosa ma poi è diventata una passione, non riuscivo a farne a meno e ancora adesso non riesco a rinunciare per tutti gli infortuni che ho avuto. Il mio motto è: “Ama per essere amato”, perché se metti tutto l’amore che hai per uno sport, gli altri ameranno te”.

Quest’anno il campionato è lungo e stimolante, soprattutto per una giovanissima come te che sta trovando spazio in campo. Cosa hai imparato fin qui?

Per me è stato un passo avanti giocare in serie A1. Ovviamente è diverso il modo di giocare rispetto a come ero abituata in U18. Dall’anno scorso ho imparato che quando devo entrare in campo, non devo avere paura ma pensare che in ogni cosa che faccio aiuto la squadra. Devo entrare con più determinazione, come faccio con l’U18. Ho imparato anche un’altra cosa importante è quella di avere pazienza per arrivare in alto”.

Il vostro obiettivo è almeno in quarto posto e per ora ci siete. Secondo te riuscirete a mantenerlo e come?

Dalla prima partita siamo cresciute tanto insieme, adesso riusciamo a capirci di più in campo. Le grandi hanno anche più fiducia in noi quando entriamo. Se andiamo avanti ad allenarci bene, concentrate per quell’ora e mezza e ascoltando l’allenatrice, riusciremo a mantenere il posto ma anche ad arrivare più in alto di quello che gli altri pensano”.

Qual è stato il momento più emozionante fin qui?

“Il momento più emozionante è stato quando sono riuscita a dare una mano in più alla difesa, anche se ero la più piccola e con meno esperienza ma con una voglia immensa di dimostrare che l’età non conta, ma conta l’impegno e la voglia di migliorare”.

Federica Scutellà 

(Foto  Stefano Moroni)