Retrocessioni, fallimenti, non iscrizioni, ripartenze dal calcio dilettanti. Il mondo del pallone è pieno zeppo di queste brutte storie, che non hanno coinvolto solo i club di provincia, ma anche quelli storici di alcune grandi città. E’ successo a Firenze con Cecchi Gori e anche a Napoli prima dell’arrivo di De Laurentis. E’ successo in Sicilia, sia a Catania che a Palermo, che il calcio prendesse una brutta piega, nel capoluogo addirittura si è rimasti senza per un anno intero nella stagione ’86-’87. Il professionismo è sparito dai radar a Trieste; piazze importanti sono fallite come, lo scorso anno, Siena e quest’anno Parma.
Ecco, da nord a sud, i casi più clamorosi della storia del calcio italiano:

TRIESTINA – A giugno del 1994 viene dichiarato il fallimento; la squadra perde anche il titolo sportivo e viene radiata. A luglio dello stesso anno nasce la Nuova Unione Sportiva Calcio Triestina, che riparte dai dilettanti. Nel 2012, con la squadra in I divisione, un altro fallimento nel corso della stagione sommato alla retrocessione. La Triestina viene dichiarata fallita e cancellata dai campionati professionistici. La città giuliana ha potuto chiedere l’iscrizione di un suo nuovo club in Serie D in applicazione dell’articolo 52 comma 10 delle NOIF.

PARMA – E’ il caso più recente. Il primo tassello di una serie di gravi problemi finanziari è il non aver regolato alcuni pagamenti Irpef che fanno sfumare la licenza Uefa. La crisi del Parma è culminata il 19 marzo 2015 con il fallimento del club gialloblù. Il 27 luglio 2015 una nuova società, la S.S.D. Parma Calcio 1913, viene affiliata alla FIGC ed ammessa in sovrannumero in Serie D rappresentando così calcisticamente la città di Parma.

SPEZIA – Anno 2007-2008, retrocessione dalla Serie B e fallimento. La società radiata, assume la nuova denominazione di A.S.D. Spezia Calcio 2008 ripartendo dalla Serie D. Nel 2008-2009 arriva 2º nel girone A della Serie D e viene Ripescato in Lega Pro Seconda Divisione dopo esser stato eliminato nella fase a gironi dei play-off. Riprende la denominazione di Spezia Calcio.

FIORENTINA – In una difficile situazione finanziaria, nel 2001-2002 la Fiorentina retrocede nel campionato cadetto, ma a causa dei mancati pagamenti degli stipendi di calciatori e dell’impossibilità di sostenere gli sforzi economici relativi alla partecipazione al successivo campionato, non riesce ad iscriversi e viene dichiarata fallita. Il 1º agosto 2002 viene fondata la Fiorentina 1926 Florentia da Leonardo Domenici, sindaco di Firenze; la nuova società, iscritta alla Serie C2, viene acquistata da Diego Della Valle e rinominata Florentia Viola. Il campionato viene vinto dai Gigliati che poi vengono promossi direttamente in Serie B per meriti sportivi e per bacino d’utenza. Il 15 maggio 2003, Della Valle acquista il marchio e i colori della vecchia A.C. Fiorentina. Il 19 maggio la Florentia Viola torna ad assumere ufficialmente il suo vecchio nome, diventando ACF Fiorentina. La stagione 2003-2004 vede la Fiorentina tornare in Serie A.

PISTOIESE – Nel 2008-2009 retriocede ai playout in Lega Pro Seconda Divisione, ma esclusa dal campionato. Nasce l’Unione Sportiva Pistoiese Calcio 1921 S.r.l., che viene ammessa in sovrannumero nel Campionato di Eccellenza Toscana.

SIENA – Nella stagione 2013-2014  il Siena non riesce a tornare  in Serie A, anche a causa di una penalizzazione in classifica di 8 punti irrogata per il mancato pagamento delle ritenute Irpef e dei contributi Inps di alcuni suoi tesserati. Non si iscrive al campionato successivo di serie B, la FIGC revoca l’affiliazione, e viene dichiarata fallita per dissesto finanziario. Nasce allora la Robur Siena Società Sportiva Dilettantistica, ammessa in soprannumero alla Serie D, campionato che vince ottenendo la promozione in Lega Pro.

PERUGIA – Dopo aver perso la finale playoff col Torino, oberata dai debiti, l’Associazione Calcio Perugia della famiglia Gaucci subisce la revoca dell’affiliazione il 15 luglio del 2005. In seguito alla mancata iscrizione della vecchia società al campionato di Serie B, viene costituita una nuova società denominata Perugia Calcio ammessa in Serie C1 aderendo al Lodo Petrucci. Nel 2010 viene dichiarato il fallimento e non si iscrive al campionato di Lega Pro Prima Divisione. Nasce l’Associazione Sportiva Dilettantistica Perugia Calcio, ammessa in Serie D in soprannumero. Da qui la risalita sino alla B.

NAPOLI – Alla crisi di risultati si aggiunge l’ormai compromessa situazione finanziaria che porta nell’estate del 2004 al fallimento del club con conseguente perdita del titolo sportivo. Nelle settimane successive l’imprenditore cinematografico Aurelio De Laurentiis rileva il titolo sportivo dalla curatela fallimentare del tribunale di Napoli e iscrive la squadra, con la denominazione Napoli Soccer, al campionato di I Divisione. Soltanto sfiorata nel primo anno, la promozione arriva nel torneo successivo sotto la guida di Edoardo Reja. Nel 2007 il club partenopeo centra l’immediata promozione in Serie A, tornando in massima serie dopo 6 anni di assenza.

CATANIA – Dopo sei campionati di Serie C1, nel 1993 il Catania Calcio viene inizialmente radiato dalla FIGC per inadempienze finanziarie, ma una lunga battaglia legale che segue stabilisce che la società non è fallita né radiata e deve ripartire (in ritardo) dall’Eccellenza Sicilia. Ripescati il primo anno, vittoriosi il secondo anno nel Campionato Nazionale Dilettanti 1994-1995.

PALERMO – Nel 1986 retrocede dalla Serie B; nel 1986-87 viene escluso dai campionati professionistici per inadempienze finanziarie e la città resta per un intero anno senza calcio. Poi si costituisce l’Unione Sportiva Palermo, che viene ammessa alla Serie C2 del campionato successivo concluso con la vittoria e la promozione in C1.

Quale sarà il destino del Varese? Dopo l’impossibilità di iscrivere una nuova squadra in Serie D, la Città Giardino resterà con il “Franco Ossola” chiuso? Senza guardare troppo lontano, ci sono esempi molto vicini a noi di nobili decadute: vedi Legnano, Saronno e Solbiatese. Senza dimenticare la ripartenza del Varese dal campionato di Eccellenza appena undici anni fa.

Elisa Cascioli