Prendi una partita “qualunque”, tra due squadre di Promozione che lottano per conquistare le zone alte della classifica, prendi la foga agonistica, i toni accesi e la voglia di mettersi in gioco e non risparmiarsi sotto nessun punto di vista, tipica di ogni gara, e ti ritrovi così, con un allenatore squalificato fino al 1 aprile e che per ben 11 giornate dovrà fare a meno di sedersi in panchina e guidare i suoi ragazzi. E’ questo ciò che è successo al Busto 81 ed in particolare al suo tecnico Paolo Crucitti, che dopo la sfida con il Maslianico di domenica 18 gennaio, si è visto infliggere una squalifica pesantissima a seguito di quanto accaduto.
Ma andando con ordine, bisogna fare un passo indietro per capire meglio come sono andate le cose: è il minuto venti del secondo tempo , il sig. Crucitti lamenta l’ennesimo calcio di rigore non fischiato alla sua squadra, e scatta il diverbio con il direttore di gara, sig. Liuzzo, che senza troppi giri di parole, decide di allontanare dal terreno di gioco il mister bustocco. La gara verrà poi vinta dal Busto 81, ma quando il giovedì successivo verranno pubblicati i comunicati, ecco cosa riportava quello in merito all’espulsione del tecnico biancorosso:

“SQUALIFICA FINO AL 1/ 4/2015 – Allontanato per essere indebitamente entrato sul terreno di gioco, urlando e gesticolando nei confronti dell’arbitro, alla notifica del provvedimento avvicinava l’arbitro viso a viso urlando insulti e minacce. Intervenivano i calciatori presenti per allontanarlo, ma si divincolava e risiedutosi in panchina rifiutava di lasciare il terreno di gioco. Dovevano intervenire ancora i presenti per allontanarlo, ma alzatosi dalla panchina, spingeva i calciatori intervenuti i quali così finivano addosso al direttore di gara. A fine gara nello spogliatoio si scusava con l’arbitro, ma nel frattempo gli chiedeva di non trascrivere il suo allontanamento, ma solo motivi di ammonizione”.

La doccia è gelida per tutta la società bustocca, che non ci sta e che cercherà di correre ai ripari quanto meno con un ricorso, ma chi è davvero “ferito” ed arrabbiato per quanto accaduto, non può che essere lo stesso mister.
Crucitti busto 81Io non riesco ancora a credere a quanto successo, non riesco a capacitarmene – commenta Crucitti – questa è una decisione che fa male, che mi colpisce prima come uomo e poi come allenatore, perché è stata riportata una realtà distorta che mi sta facendo passare per quello che non sono”.
Poi prosegue: “Vorrei raccontare la mia versione dei fatti: mi sono arrabbiato ed ho protestato per un calcio di rigore non concesso dicendo la frase “non è possibile”, il direttore di gara si è avvicinato e mi ha chiesto di allontanarmi dal campo; non concependo quanto stesse accadendo ho chiesto altre spiegazioni, sicuramente ho alzato i toni, sbagliando, ma ho anche domandato l’intervento del collaboratore lì vicino che ha confermato di non aver sentito nessuna frase offensiva da parte mia. Con le mani dietro la schiena, a dimostrazione del fatto che non ho assolutamente gesticolato, ho ripreso il mio posto in panchina sostenendo che finché non mi venisse data una motivazione valida non sarei uscito da lì, perché, ribadisco, non trovo offensiva né proibita la frase “non è possibile””.
La querelle è proseguita per qualche minuto, poi il coach ha rispettato la volontà dell’arbitro ed ha preso la via degli spogliatoi.
“Al termine dell’incontro – continua il tecnico – sono entrato nello spogliatoio dai miei ragazzi per festeggiare la vittoria ed ho approfittato del fatto che quello della terna fosse accanto al nostro per scusarmi e spiegarmi meglio. Ho detto al direttore che doveva esserci stato un grosso malinteso, e gli ho ribadito che non l’ho offeso in nessun modo, come confermato nuovamente dal collaboratore. A quel punto, in un clima disteso e pacato, l’arbitro mi ha confermato di aver capito, che accettava le mie scuse e che fosse tutto risolto. E così, memore della mia ammonizione precedentemente conseguita, gli ho detto che se avesse riportato la mia espulsione avrei avuto una squalifica “raddoppiata” perché si sarebbe appunto sommata all’altro provvedimento, cosa che non avrei meritato a quel punto, visto che lui stesso ha ribadito il malinteso e l’esserci chiariti”.
Ed invece le cose non sono propriamente andate così, e il giudice sportivo ha riportato una sonora quanto eclatante squalifica: “Non sono entrato in campo, non ho offeso nessuno, non ho gesticolato e soprattutto non mi sarei mai e poi mai permesso di chiedere al direttore di non riportare la mia espulsione: sto passando per quello che non sono, e da tutto ciò la mia immagine ne esce lesa. Mi spiace anche per la società e per i miei ragazzi, con i quali dall’inizio dell’anno sto lavorando per inculcare loro la mentalità della non protesta e del rispetto. E’ davvero tutto molto triste, resto scettico, incredulo e amareggiato”.
Ora il prossimo passo spetta alla società, che opterà per il ricorso per quanto meno vedere ridotta la squalifica del proprio tecnico; certo è che la decisione non potrà essere azzerata e vedere una tra le squadre che finora ha mostrato il più bel calcio in questa categoria privata del proprio allenatore per così tanto tempo, è a prescindere, una grossa perdita.

Mariella Lamonica