Dopo le parole di Coppa ed Arrigoni, è stato il turno di Paolo Moretti presentarsi a Varese su quello che sarà il suo parquet per i prossimi due anni (più eventualmente il terzo): il PalaWhirlpool.

Paolo Moretti«Di Varese conosco la storia e la leggenda legata al basket -dice il tecnico aretino classe ’70-. La città e la gente avrò modo di conoscerli solo successivamente. La cosa più importante, ora, era quella di toccare con mano l’entusiasmo che mi era stato trasmesso da quando abbiamo cominciato a parlare. Non sono state deluse le mie attese, anzi, tutto ciò che ho trovato in queste prime ore a Varese è stato davvero incredibile. Sono felice di cominciare questo nuovo percorso; dovremo costruire tutto da capo, ma voglio portare questa società dove merita di stare. Io e Bruno avremo da fare tanto, ma le motivazioni di certo non ci mancano; ringrazio il club per avermi dato questa occasione. Sono estremamente contento e motivato per dare sempre il meglio per ottenere i migliori risultati possibili».
Parole che fanno esplodere la gioia dei 150 tifosi accorsi al PalaWhirlpool che rispondono con un sentito applauso.
«Stamattina nella sede del club -dice Moretti alla domanda su quale sarà la formula per la costruzione della squadra- non ho visto solo gigantografie di grandi italiani come Pozzecco, Meneghin e Vescovi; ho visto anche stranieri che hanno fatto la storia di questa società come Bob Morse. Questo per indicare che non conta tanto la nazionalità dei giocatori che sceglieremo, semmai come scendono in campo; dovremo avere la forza e un pizzico di fortuna nel scegliere persone sulle quali riusciremo a costruire una mentalità vincente. Vogliamo creare un timbro che sia riconoscibile da tutti. Per quanto sia prematuro parlare di obiettivi, io non ho dubbi: voglio i playoff. Non mi posso nascondere. All’inizio non sarà facile perché un gruppo nuovo deve trovare chimica e gerarchia. Cercheremo di farlo nel minor tempo possibile, anche se avremo bisogno dell’aiuto e della collaborazione di tutti».
Indicazioni sui giocatori? Chi terresti della vecchia Varese e chi prenderesti della “tua” vecchia Pistoia?
«Risposta semplice: Maynor! Mi rendo conto, però, che è un giocatore fuori dalla portata del campionato italiano. A Pistoia ho avuto tantissimi grandi giocatori; Wanamaker è quello che ha fatto più la differenza. Scherzi a parte, abbiamo una idea di massima ma è ancora troppo presto per fare nomi. La nostra priorità, al momento, è quella di valutare le situazioni dei tre giocatori ancora sotto contratto (Okoye, Casella e Callahan, ndr) e poi decideremo come muoverci».

Marco Gandini