L’ultima volta era una sfida senza domani con vista sul baratro della retrocessione. Sabato sarà invece solo (per dire, eh…) una delle 34 tappe sulla strada della salvezza. Insomma, la differenza c’è ma, osservata da vicino, rischia di assomigliare tanto ad una sfumatura. Soprattutto per la Pro Patria, che affronta la trasferta di Lumezzane, con la zavorra di 4 sconfitte sul groppone.
A quasi 5 mesi dall’inutile (causa riammissione biancoblu) playout di maggio, la gita in valgobbia è quindi un possibile (ed auspicabile) punto di svolta di una stagione cominciata con la luna storta. I bresciani sono però (storicamente e nella contingenza) un avversario poco negoziabile. Nei 24 precedenti (appendici post stagionali comprese) il bilancio recita 9 vittorie bustocche, 8 pareggi e 7 successi rossoblu. Un equilibrio peraltro non confortato dall’attuale campionato, aperto dal Lumezzane con tre rovesci ribaltati nelle ultime due giornate da altrettante vittorie (entrambe per 2-0) con Alessandria e Renate.
Durante l’estate il presidente Cavagna ha deciso di riportare al “Tullio Saleri” Giancarlo D’Astoli, allenatore itinerante con oltre un quarto di secolo trascorso sulle panchine dello stivale. E, a proposito del tecnico cosentino, una breve digressione diventa inevitabile. Tornare una seconda volta dove si sono ottenuti ottimi risultati, presuppone una buona dose di audacia. Rifarlo una terza (forse), un pizzico di incoscienza. Dopo il quadriennio 2000/04 culminato con la finale playoff persa con il Cesena (sì, proprio quella della folle aggressione di Fabrizio Castori a Pietro Strada), D’Astoli era già infatti tornato in valgobbia nella non memorabile stagione 06/07. Un inevitabile confronto che non sembra però spaventare il neo tecnico se è vero che il giorno della sua presentazione 3.0 non aveva certo fatto melina: “Lumezzane merita un’altra categoria”. Sacchiano della prima ora e professionista per vocazione (“Quando non penso al calcio, penso al calcio”, disse ai tempi del Fiorenzuola), D’Astoli si affida ad un 4-4-2 a rombo tendente all’albero di natale.
In porta Jacopo Furlan (sotto contratto dal febbraio scorso dopo qualche mese di prova seguita al fallimento del Viareggio), terzini a destra Rapisarda e a sinistra il sassarese (ex Como) Russu, in mezzo i due senatori Belotti e l’ex tigrotto Devis Nossa. Sulla mediana l’altro sardo Mancosu, Baldassin e Russini (63 anni in tre) con l’ecuadoregno Kevin Varas dietro le punte, il brasiliano Cruz Pereira e il sassolese Barbuti.
Squadra (apparentemente) senza sorprese. Ma non per questo meno temibile.

Giovanni Castiglioni