27 settembre 2014, dopo l’agghiacciante 2-0 di Bolzano, Lulù Oliveira abbandona sorrisi e birignao annunciando perentorio il nuovo corso: “Adesso basta! D’ora in avanti gioca chi merita”. Il suo destino, di fatto, si scrive lì anche se per i titoli di coda si dovrà attendere il primo novembre quando, dopo il 2-2 con il Bassano, il Falco impone l’aut aut su D’Errico: “A costo di essere esonerato, lui con me non gioca più”. Ecco, appunto.
6 dicembre 2014, altro giro (1-1 casalingo con il Renate) e altro esonero con Aldo Monza accompagnato all’uscita per non aver fatto lo scudo umano nella gestione del dissidente Arati: “Non è compito mio. Chiedete alla società”. Che risponde (Vavassori o governo ombra poco cambia) facendogli togliere il disturbo.
17 gennaio 2015, il Pavia passa senza meriti allo “Speroni” e Marco Tosi si presenta in sala stampa a visiera calata e piva bassa: “Se martedì sarò ancora io l’allenatore, non farò più sconti a nessuno”. Stando a Giambattista Vico (che su Corsi e ricorsi storici ci ha costruito una carriera), la sorte dell’attuale inquilino della panchina tigrotta sarebbe quella di accodarsi ai suoi predecessori. Sarebbe, perchè come è ormai chiaro, al tecnico toscano verrà concessa una (o forse due) altra possibilità sperando che questa volta attesa faccia rima con ripresa. Affinità elettive, ascendenti zodiacali o altro ancora? Fate voi, tanto per pescare nel torbido c’è sempre tempo.
Nel mentre, in via Cà Bianca si è pensato bene di varare l’operazione simpatia rispolverando un vecchio arnese della prima repubblica pallonara: il silenzio stampa. Un evidente assist alla panchina biancoblu che evita a Tosi l’imbarazzo di cercarsi un esegeta o un traduttore onde evitare che la stampa locale e (bontà loro) pure quella sarda, travisi le sue parole. Oltre alle bocche cucite è molto probabile che in settimana, anche in virtù delle squalifiche di Botturi e Giorno, venga ridotto l’embargo ai 5 aventiniani (Arati, Bovi, Lamorte, Moscati e Panizzi) in vista della decisiva sfida spareggio di Bergamo con l’Albinoleffe. Un po’ per scelta, un po’ per necessità e un po’ perchè il masochismo avrà anche il suo fascino ma nel calcio è solo un vizio.
Il vecchio Trap una volta disse che “gli allenatori si dividono in due categorie: quelli esonerati e quelli che stanno per esserlo”. Alla Pro Patria, quest’anno, non si fanno distinzioni.

Giovanni Castiglioni