Una certezza, una quasi certezza e una certezza da sfatare. La vigilia del match con il Renate (domani ore 18) presenta alla Pro Patria il conto salatissimo di un epilogo di stagione ancora tutto da scrivere. Possibilmente, vergando il lieto fine. Ma andiamo con ordine e torniamo al punto di partenza.
Renate maglia specialeLa certezza è che vincendo tutte e quattro le gare residue i biancoblu sarebbero certamente ai playout. Non uno scherzo, sia chiaro. Solo un piccolo punto fermo garantito dalla sconfitta del Pordenone a Monza nel Friday Night (1-0 con rete di Pessina) e dall’incrocio della 38^ tra gli stessi friulani e l’AlbinoLeffe. Come dire che il destino è ancora tutto nelle proprie mani. Un assunto che, al termine della rifinitura, Marcello Montanari sposa convintamente: “Dobbiamo sapere che nessuno ci regalerà niente. A partire da domani. Anzi, quando giochi contro l’ultima pensi sempre di poter fare dei punti”. Il Renate di Simone Boldini (nella foto da www.acrenate.it la maglia speciale che indosserà contro la Pro Patria) ha perso quattro delle ultime cinque ed è a più due sui playout: due buoni motivi per diffidare delle pantere.
La quasi certezza di cui sopra riguarda la formazione da schierare a Meda. Il quadro clinico di Calzi (borsite, mal di schiena, adduttore malconcio e altri acciacchi assortiti) sarebbe da ricovero immediato ma lo Zio Gianpa ha spesso stretto i denti per gettarsi nella mischia.  Questa volta, però, la prudenza gli farà alzare bandiera bianca. Montanari non fa drammi: “E’ un’assenza pesante ma è anche l’unica. Porto 23 giocatori perchè voglio che i ragazzi facciano gruppo in un momento così delicato. E perchè ho ancora qualche dubbio in difesa (ballottaggio Botturi/Guglielmotti, ndr) e a centrocampo”.
A naso, il 4-3-3 dovrebbe comunque prevedere Melillo in porta, Botturi, Lamorte, Pisani e Taino dietro, Arati, Palumbo e Giorno in mezzo, Candido, Serafini e Terrani davanti. Quanto al messaggio del post-Feralpi (“dobbiamo salvarci, chi non si adegua fuori dalle…”), viene ribadito con ulteriore didascalia a latere: “Non voglio vedere egoismi o personalismi. Preferisco un somaro che corre ad un purosangue che cammina”. I bizzosi puledri della scuderia biancoblu sono avvisati.

Ah già, e la certezza da sfatare? Riguarda tutta il tabù che aleggia sul “Città di Meda”. L’impianto brianzolo, infatti, oltre a sorgere su un luogo simbolico (via Icmesa, esattamente sui terreni del terribile disastro del ’76) rappresenta una discreta nemesi per la Pro Patria che tra i professionisti non ci ha mai vinto. Gianfranco Motta ci rimise il posto il 27 gennaio 2002 (3-1 rimediato dal Meda di Sannino e staffetta in panca con Muraro che avrebbe poi raggiunto la C1). Aldo Firicano mise a rischio la promozione il 14 aprile 2013: altro 3-1 (con il Renate) con ruspante contestazione a margine. Nel lotto altre due sconfitte e un paio di 0-0. L’ultimo l’11 settembre 2011: pareggio trascurabile se non fosse per la prova maiuscola di Marco Ghidoli. A proposito, anche al Derthona è finito fuori dai radar. Ma questa è un’altra storia. Insomma, tornando a bomba, per i tigrotti il “Città di Meda” è una casa stregata. Della serie: si accettano esorcisti.

I 23 convocati per il match di domani (Stadio “Città di Meda”, ore 18) con il Renate: Arati, Baclet, Botturi, Bovi, Brunori, Candido, Cannataro, Casolla, D’Errico, Giorno, Graham, Guglielmotti, Lamorte, Melillo, Palumbo, Panizzi, Perilli, Pisani, Serafini, Taino, Terrani, Zaro.

Giovanni Castiglioni