Alice Degradi, con i suoi 18 anni, è la giocatrice più giovane della rosa di quest’anno. Talento e leader indiscusso dell’Under 18 della passata stagione ma non solo, è stata promossa tra le “grandi” della prima squadra e sta dimostrando, prestazione dopo prestazione, di avere le giuste qualità tecniche e anche caratteriali per dare un valido contributo alla causa biancorossa.

 

Degradi schiaccia by MedauLa stagione della Yama di quest’anno è contraddistinta da alti e bassi; come ti spieghi questa situazione e, se potessi, che tipo di suggerimenti daresti al tuo allenatore e alle tue compagne? Fare giocare sempre Alice o munirsi di farmaci contro il mal d’auto o il mal di mare visto che sembra di stare sulle montagne russe?
“Diciamo che siamo partiti un po’ altalenanti ma adesso stiamo trovando il ritmo. Speriamo di continuare così”.

Se dovessi fare una previsione in questo momento della stagione, dove pensi possa arrivare Busto a fine campionato?
“Molto avanti” – risata fragorosa.

In che condizione fisica ti senti al momento e cosa ti manca, se ti manca, per essere “guerriera” al 100%? C’è un fondamentale in cui pensi di dovere o potere migliorare ancora?
“Devo migliorare ancora a muro ed ero un po’ stanca ad inizio gennaio, ma adesso sto bene”.

Domenica 1° febbraio contro Casalmaggiore dopo l’infortunio a Giulia Leonardi hai rischiato di dovere entrare al suo posto e fare da libero? Come ti trovi in questo ruolo e se non fossi stata schiacciatrice quale avresti scelto? Ricezione o regia?
“Oddio, il libero mai. Da piccola mi dicevano che avrei dovuto fare il libero perché non ero abbastanza alta per fare l’attaccante e ancora non ho digerito questa cosa. Credo che non sia brutto come ruolo, ma, in ogni caso, se proprio dovessi scegliere, sceglierei il palleggio”.

Quali sono le difficoltà maggiori o le differenze che hai trovato nel passaggio dalle giovanili alla prima squadra?
“La difficoltà è stata soprattutto nella velocità della palla in battuta: la differenza è nella leadership: nelle giovanili avevo molta più responsabilità, qui molto meno”.

C’è una giocatrice a cui ti ispiri o a cui vorresti assomigliare?
“No” – risposta secca.

In questa stagione, quando sei in panchina in attesa di entrare, pensi che potresti fare molto meglio di chi è in campo o a tutto quello che hai ancora da studiare per il giorno dopo?
Risata fragorosa – “In panchina penso solo a fare il tifo per le mie compagne”.

Degradi in rosso by medauTu sei ancora molto giovane e hai tutta la carriera davanti a te, ma faresti mai una scelta come quella della Bosettina (Caterina Bosetti ndr) che, pur giovanissima, ha lasciato l’Italia per andare a giocare all’estero e avere una remunerazione maggiore? E se sì, in che squadra straniera ti piacerebbe giocare?
“Ora come ora, preferirei lavorare in Italia perché si guarda molto di più alla tecnica e devo migliorare ancora tanto, ma in futuro non escludo di poter andare anche all’estero”.

Tra una partita di campionato, una di Champions e una di Coppa Italia, quando trovi il tempo di studiare per la maturità?
“Quando non mi alleno?” – sottintendendo che si allena praticamente sempre e quindi il tempo è pochissimo.

E a questo proposito, ti spaventano di più le prove d’esame e i commissari esterni o una finale di Champions?
“Nessuna delle due: la maturità non mi fa tanta pressione mentre la Champions è una cosa bella, non è una cosa di cui avere paura”.

Tra vent’anni ti vedi di più come allenatrice o come insegnante di latino o filosofia? E questo presupporrebbe che l’anno prossimo tu ti iscriva all’università; è nei tuoi progetti?
“L’università sì, per forza, ma non so ancora quale. Allenatrice non lo so e neanche insegnante perché non ho tanta pazienza” – risata.

Fra scuola e Yama, nel poco tempo libero che ti rimane cosa ti piace fare? Discoteca con le amiche o pizza e cinema?
“Discoteca, ma in questo momento non ho tempo libero”.

Nonostante i tuoi 18 anni non sei una ragazza particolarmente social, ti si vede poco su facebook e non credo tu possegga un profilo instagram. Cosa pensi di questi nuovi mezzi di comunicazione e soprattutto del fatto che invece i tuoi coetanei sembrano considerare lo smartphone un prolungamento della mano?
“Io non li uso tanto perché secondo me tutto quello che si scrive serve per mettersi in mostra senza un motivo sensato e quindi non mi piace tanto pubblicare stati o foto. Uso i social più che altro per tenermi in contatto con le persone lontane”.

Degradi cambio con Marcon by MedauNonostante in allenamento e non solo tu tenga sempre i capelli legati, quando li sciogli si libera una cascata di ricci. Si dice “ad ogni riccio un capriccio”: quali sono i capricci di Alice? E, soprattutto, come te lo spieghi visto che tua mamma ha i capelli lisci e corti e tuo padre è completamente calvo? Non è che ti hanno scambiato nella culla?
“Mia mamma li ha cortissimi ma i suoi sono ricci e sono ricci anche quelli di mio padre anche se non si può notare. Non ho capricci, ma se mi fisso su qualcosa è impossibile farmi cambiare idea”.

Ben due tue compagne di squadra ti hanno nominata “compagna più simpatica”. Qual è il tuo segreto? Fai imitazioni o racconti barzellette spinte negli spogliatoi?
Risata fragorosa – “Forse sarà perché ogni tanto cado dalle nuvole”. – come Alice nel Paese delle Meraviglie, aggiungo io.

Il tuo prof di latino del liceo dice di te che quando non dormivi sul banco per la stanchezza, nelle discussioni in classe eri molto battagliera e volevi avere sempre l’ultima parola. È ancora così? Quali sono i tratti più spigolosi del tuo carattere e quali quelli verso cui ti mostri più indulgente?
“Con i professori, se è un professore che rispetto molto e di cui condivido il pensiero non mi viene tanto da andargli contro, mentre se è un insegnante che mi istiga allora mi diverto anche a rispondergli a tono. In generale, sono una persona che non fa la doppia faccia; se uno non mi piace si vede, non riesco a fingere che non sia così, non sono molto diplomatica e per me non esistono le mezze misure: le cose o sono bianche o sono nere. Questo non so se è un pregio o un difetto, ma nel bene e nel male sono sincera e trasparente”.

Dopo la partita con Montichiari ti abbiamo visto con una tifosa molto speciale: tua nonna. Viene spesso a vederti giocare? E a fine partita qual è la prima cosa che ti chiede? Se hai mangiato abbastanza o se non hai preso freddo, stando a bordo campo tutto quel tempo in maglietta e pantaloncini corti?
“Mia nonna non viene quasi mai a vedermi e di pallavolo non ne capisce tanto. Più che altro viene a trovarmi e mi dice: “Brava! Se giochi a pallavolo sono contenta ma devi studiare!”. Come sono sagge le nonne”.

Nell’intervista di Natale alla domanda se preferivi il pandoro o il panettone hai risposto di non mangiarne perché sei diabetica. Mia madre mi ha sempre detto che il diabete è una malattia per persone intelligenti. Quanto ha dovuto e deve essere intelligente Alice nella sua vita di sportiva e nella sua vita di tutti i giorni per riuscire a gestire una situazione così impegnativa?
“Diciamo che riesco a gestirla abbastanza bene, ma possono capitare episodi in cui fare tanta attività fisica da un lato ti aiuta ma dall’altro spesso può causare sbalzi glicemici senza che tu li possa controllare”.

Degradi primo piano by medauÈ vero che vivi la cosa in modo così spensierato e sereno tanto da inseguire le tue compagne negli spogliatoi con reflettometro e destrostick per misurare il loro tasso di glucosio dopo l’abbuffata di caramelle e cioccolato causa doni post partita dei tifosi Adf?
“No, non è vero, sono loro che vogliono farsi misurare la glicemia, soprattutto Pisani. È fissata – risata”.

Che consigli ti senti di dare ai ragazzi che con il tuo problema non pensano di potere svolgere uno sport a così alti livelli? E a quelli che invece, pur non avendo nessun impedimento, abusano di cibo, alcool o l’unico sport che praticano è quello sul divano giocando a Fifa con la Playstation?
“A quelli che pensano che non si possa fare attività fisica ad alto livello posso dire che si sbagliano e io ne sono la prova. Certo, magari in alcuni momenti sei più stanco e non ti senti molto in forma, ma come uno ha il diabete e si sente stanco, capita di sentirsi stanco anche a quello che si prende sempre l’influenza. È un problema come un altro da questo punto di vista. Cosa dire a chi non fa niente? Quello è questione di interessi, non posso farci nulla”.

Il tuo rapporto con i tifosi: che effetto ti fa quando ti fermano per una foto o un autografo? E ti ricordi della prima volta che sei stata riconosciuta e fermata per strada, fuori dal palazzetto?
“Mi ricordo quando mi avete fermato tu e tua nipote il giorno dell’esame di guida; mi fa piacere, ti senti considerato. Però la cosa più imbarazzante che mi è successa è stata con un bambino sull’autobus una mattina mentre andavo a scuola: si è avvicinato con un foglio per chiedermi l’autografo davanti ai miei compagni, che poi mi hanno preso in giro per quattro giorni”.

Ho letto qualche giorno fa su istagram questa citazione: “Gli adolescenti tendono ad avere degli idoli perché in questo mondo che cade a pezzi loro sono una delle poche cose che rimangono in piedi”. Dici che allora, visto che tu sei il mio idolo, io non ho ancora superato l’adolescenza? E quali sono invece i tuoi idoli?
Risata fragorosa – “Oddio, diciamo che avere un idolo è avere qualcosa a cui si vuole tendere quindi può starci di avere un ideale, ma secondo me spesso è sbagliato correlarlo ad una persona perché nessuno è perfetto. Io, comunque, idoli non ne ho”.

Hai a disposizione una bacchetta magica: quale sarebbe, sempre che si possa dire, il sogno più urgente che vorresti si realizzasse?
“Avere più tempo!”.

 

Michela Guarino e Manuel Prearo
(foto di Salvatore Medau)