La situazione si fa sempre più difficile. Non solo per la classifica pericolante o perché il Varese ha perso uno scontro-diretto per la salvezza. Il momento è complicato perché tutto l’ambiente biancorosso è al buio e non si vede uno spiraglio di luce, neppure in lontananza. Quando si attraversano periodi come questo occorre mantenere lucidità, non lasciarsi prendere dal timore ed usare la ragione. Non è facile, ma è l’unica via per evitare il fallimento, societario e sportivo. Proviamo a mettere un po’ di ordine. Il Varese oggi è impegnato su due fronti, come ci fossero due squadre che giocano due campionati diversi e allo stesso tempo collegati. C’è chi scende in campo agli ordini di Bettinelli e deve cercare di fare punti, ma di questo ne parliamo fra un attimo, e chi si muove sotto le direttive del presidente Laurenza per rafforzare la società.

Lo sponsor ha preso il timone del vascello con entusiasmo e coraggio. Ma solo dopo qualche tempo si è accorto che la barca fa acqua da troppe parti. Si è fidato di chi gli ha mollato il Varese ed ha fatto male. Succede anche nella vita di tutti i giorni, quando certe scelte sono dettate dal cuore capita spesso che siano sbagliate. Lui però non è scappato, è rimasto e ora cerca di rimediare. Il nuovo stadio non è più un’utopia. E’ l’unica speranza per il futuro. Del resto è sempre stato il punto cardine anche del progetto di Riccardo Sogliano, che il Varese 1910 ha visto nascere. Entro un mese si potrà capire se è in grado di decollare. La casa biancorossa alle Fontanelle, come si diceva un lustro fa. L’unica in grado di accogliere investitori e risorse fresche. In caso contrario c’è chi pensa a una soluzione tipo quella vissuta a Bari, a un “fallimento pilotato” per una nuova società che possa conservare la categoria. Oggi risulta difficile, per non dire impossibile, trovare gente con la voglia di imbarcarsi in una nuova avventura calcistica, in una città che ha poco da offrire in termini di numeri, con gente che si fa vedere allo stadio solo quando le cose vanno bene. Allora conviene sperare che le mosse del presidente Laurenza siano indovinate. Considerato che mancano soldi per il mercato di riparazione forse sarebbe bene chiedere un aiuto a chi dice di avere il Varese nel cuore. Gente che si trova in A, come Sean Sogliano o Beppe Marotta, alla quale si potrebbe chiedere qualche prestito. Non di quattrini naturalmente ma di giocatori in grado di rendere più competitiva la squadra.

E veniamo al campo. Bastianoni, De Vito, Borghese, Falcone, Miracoli: sono solo alcuni dei calciatori presi di mira in queste settimane avare di soddisfazioni. Sbagliato prendersela con i singoli individui. L’errore che fa subire gol è quello più evidente, ma pesa esattamente come quello commesso in mezzo al campo e che apre il corridoio all’infilata avversaria, o quello davanti la porta con una palla che chiede solo di essere spinta in fondo al sacco. Si vince in undici, si perde in undici. C’è chi critica le scelte di Bettinelli e magari non conosce il perché di alcune esclusioni. Ci sono calciatori che giocano per se stessi e non per il gruppo, magari hanno talento ma possono sconvolgere gli equilibri fin troppo fragili dello spogliatoio. La tecnica, con un gruppo allestito badando al risparmio, non è il punto di forza. La voglia e il carattere invece sì. E la cattiveria, la rabbia, sono mancate, anche a Latina. Sotto questo aspetto si deve lavorare. Contro il Crotone mancheranno per squalifica diversi giocatori, ma bisogna pensare a chi è disponibile, non a chi manca. Palle e cuore avevamo detto una volta, sono fondamentali per andare avanti, in campo come nella vita. Ora è giunto il momento degli uomini veri. Bettinelli ne ha a disposizione?

Vito Romaniello,
direttore Agr