Il giorno della memoria. Nel giardino di casa riposa il serbatoio giallo del buon vecchio Caporal Martim, non una semplice motocicletta, un fratello maggiore, un amico. Ne abbiamo fatte insieme… All’età di 156730 km ha deciso di mettersi a riposo, dopo avventure da fantasy, strade di ogni ordine e grado, ‘pericoli ad ogni incrocio. Pochi lo sanno, ma se l’A.S.Varese 1910 può esistere e lottare per la serie A lo si deve a lui, al mio diavolo giallo… L’incubo sta per materializzarsi. La scomparsa del calcio da Varese. Dall’alto un ordine. Rifare la Società. Già, come se fosse facile. Con le nuove regole, i comuni vengono coinvolti in prima persona nella ricostituzione di sodalizi scomparsi. Ma un Assessore allo Sport necessita di aiuto.  Il tempo di una cena al Bologna, dal Cesare, luogo di culto gastronomico e sportivo. Complice un menù da mille e una notte si pongono le basi per la rinascita. La macchina organizzativa si muove…
Ci troviamo nel mese di luglio del 2004, i colori biancorossi arrivano al capolinea, cancellati , umiliati, depredati da una gestione scellerata. Il Varese Football Club non esiste più. Una parte di storia sportiva della nostra città scompare, sbiadiscono i volti degli eroi biancorossi, si agita nel sepolcro l’indimenticabile Commendator Borghi, rabbia e delusione avvolgono i tifosi. Il Capitano di Lungo Corso Riccardo Sogliano decide che è tempo di intervenire, Varese riavrà una squadra degna della città e chiama a raccolta, oltre all’Amministrazione comunale,  tutti i miti  di un tempo, a cominciare da Peo Maroso, ineguagliabile Telè Santana bosino. Gli ultimi dei Mohicani all’ombra del Sacro Monte, con il capo tribù Giancarlo Giorgetti e l’uomo ovunque Silvio Papini,  si riuniscono, discutono,  abbozzano la nuova società e, finalmente, un assolato pomeriggio di un giorno da cani, vengono apposti i timbri e le firme alle carte federali, il bimbo biancorosso di nome A.S.Varese1910 nasce tra gemiti ed emozione. Il pacifico e sonnolento orologio del campanile del Bernascone segna le 17.05. Alle 18.00 di quello stesso giorno scadono i termini per la presentazione dell’iscrizione della squadra al Campionato di Eccellenza presso il Comitato Regionale Lombardo della F.I.G.C. a Lambrate. Panico. Frustrazione. Ma i duri cominciano a giocare. Impossibile raggiungere Lambrate in automobile a quell’ora. L’illuminato avvocato Sergio Terzaghi, consigliere comunale di altissimo livello, indirizza gli sguardi dei presenti verso il sottoscritto, dotato di moto Yamaha TDM 850, il Generale Giorgetti ordina, il Capitano Sogliano dispone ed io mi ritrovo proiettato sull’autostrada A8, quasi in missione per conto di Dio, con addosso i documenti più importanti della storia calcistica varesina degli ultimi vent’anni. Un contrattempo e tutto è perduto. Macino i kilometri, mentre nella sede operativa dell’intelligence civico i telefoni cellulari rincorrono i vari responsabili Federali, la parola d’ordine è Salvate il Soldato Motociclista. Arrivo all’ingresso della palazzina di Lambrate alle ore 17.50 dopo aver infranto ogni limite di velocità , mi tengo in contatto telefonico con il Sottotenente Terzaghi, a sua volta in linea con il Generale Giorgetti. Il portone è chiuso. Ho una visione, la mia casa data alle fiamme da ultras inferociti. Attendo, secondo i dettami di Terzaghi. Franco Ossola compie il miracolo. Un uomo appare d’improvviso, salgo le scale stile Blues Brothers, mi catapulto nell’ufficio, firmo per ricevuta. E’ fatta. Informo i miei superiori, l’avventura può cominciare. Il resto è storia recente.

Marco Caccianiga