L’ex giocatore del Varese, Emauele Pesoli, si è incatenato questa mattina davanti alla sede della Federcalcio di via Allegri, a Roma, per iniziare uno sciopero della fame e protestare contro la sentenza della Commissione Disciplinare che ieri lo ha squalificato per 3 anni nell’ambito del processo al Calcioscommesse. Ricordiamo che proprio per lo stesso fatto il Varese è stato deferito per responsabilità oggettiva e ha patteggiato un punto di penalizzazione e 30.000,00 euro di ammenda. La partita per cui il Varese e Pesoli sono finiti del mirino della giustizia è Siena-Varese del 21 maggio 2011 finita con il risultato di 5-0 in favore dei padroni di casa.
Avevamo sentito Pesoli nei giorni scorsi, ci aveva ribadito la sua estraneità ai fatti anche se con rassegnazione attendeva il ‘verdetto’: “Se mi condannano faccio un gesto ecclatante -ci disse Emanuele- sono innocente e dovranno riconoscerlo“.
“Mi sento ferito per la condanna, e vorrei un confronto con chi mi accusa, e cioè con Carobbio e Gervasoni. Non sto mettendo in discussione il lavoro dei magistrati e di Palazzi ma mi vorrei difendere in maniera giusta”. Questa la dichiarazione di Pesoli, rilasciata questa mattina, dopo aver iniziato lo sciopero della fame.

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