CECCO: allora, Beppe, come la mettiamo?
BEPPE: mah, non saprei: seduta, sdraiata. Anche in piedi…
CECCO: mi fa piacere che l'umore sia buono. Spero lo sia per tutta la chiacchierata.
BEPPE: guarda che io sono sempre di ottimo umore, per guastarmelo bisogna proprio impegnarsi a fondo e devo anche dire che in pochi ci riescono. E' una fortuna, lo so: cuor contento il ciel l'aiuta, recitava un antico detto, e io un po' ci credo. E infatti non sopporto i musoni, quelli che si lamentano sempre, quelli a cui non va mai bene niente e nella maggior parte dei casi senza motivo. Che noia… 
CECCO: veniamo al sodo: che mi dici del Varese?
BEPPE:  niente di nuovo o di imprevisto sotto il sole, a parte le formazioni “inventate” da  Carbone.
CECCO: che in effetti brilla per fantasia… 
BEPPE: veramente le sue invenzioni, a essere proprio sincero, non mi hanno troppo entusiasmato…
CECCO: beh, avere lanciato Pucino nelle prime due partite ha di fatto “allungato” la rosa del Varese. In pratica, è stato come gettare in acqua un bambino di tre anni (con le dovute cautele, è naturale) e vedere che muovendo braccia e gambe sta a galla…
BEPPE: sono lieto che i miei figli non abbiano avuto te come istruttore di nuoto… Detto questo, sono d'accordo sulla prima parte della tua osservazione: avere gettato in piscina Pucino lo ha costretto a “nuotare” e oggi il Varese ha un giocatore in più totalmente affidabile. Però non ho capito la rinuncia a Troest alla prima giornata.
CECCO: a Bari il Varese non ha subìto gol…
BEPPE: giusto. Ma non ho capito neppure Carrozza prima punta a Torino, che ha avuto meno successo della rinuncia a Troest a Bari. Ma a volte bisogna anche saper apprezzare certe scelte al di fuori degli schemi. Certo che se va avanti così, si potrebbe pensare a un divertente “toto Carbone”: vince chi riesce a indovinare la sorpresa che poi il mister infilerà nella formazione.
CECCO: Livorno e Albinoleffe, due partite in casa, bisogna approfittarne…
BEPPE: attenzione a non creare troppa pressione. Certo, bisogna cercare di fare punti ma tutte le partite sono apertissime, dunque anche rischiose. 
CECCO: forse non per Sampdoria e Padova…
BEPPE: mah, ci andrei adagio… Domenica scorsa, ad esempio, la Sampdoria ha sbloccato il risultato su calcio di rigore dopo pochi minuti. Chi mi dice che senza il rigore Bertani, Piovaccari e compagni avrebbero segnato lo stesso? Poi il Gubbio si è disunito, si è innervosito, sono arrivate le espulsioni e per la Sampdoria tutto è diventato facilissimo, sino al 6-0 finale. Ma senza il rigore?
CECCO: beh, se usiamo questo tipo di ragionamento non ci salviamo più… Con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte…
BEPPE: non era esattamente ciò che volevo dire. Certo, il mio era un ragionamento ipotetico e sono il primo a dire che magari senza il rigore la Sampdoria avrebbe vinto 7-0 o 10-0, chissà, non c'è controprova. Il nocciolo della questione è che a volte sono i piccoli episodi, a volte anche quelli piccolissimi, a determinare le grandi svolte.
CECCO: due parole sul basket, sulla Cimberio…
BEPPE: ammetto, sono impreparatissimo: non ho visto le tre amichevoli, non ho visto Hurtt, che è poi l'ago della bilancia, il giocatore che sposterà i valori. Però con Rannikko e Stipcevic, buoni registi, e con Talts sotto canestro è un buon inizio. Kangur lo conosciamo bene, se Hurtt è appena buonino…
CECCO: la Nazionale è “morta” agli Europei perché non aveva playmaker sufficientemente forti, tanto per avvalorare la tua tesi sul famoso asse playmaker-pivot…
BEPPE: e io aggiungo che nella squadra azzurra non c'era neppure un pivot vero, perchè Bargnani per me non è un “numero 5” in senso classico. E infatti per me Bargnani ha senso se gioca accanto a un pivot classico e può andare a colpire anche da tre punti.
CECCO: io chiuderei con  il ciclismo…
BEPPE: sono sempre molto contento quando posso parlare di ciclismo: pensa, è il mio sport preferito!
CECCO: ho visto le contestazioni al Giro di Padania…
BEPPE: ho fatto questa considerazione: il ciclismo è per eccellenza lo sport che unisce. A parte qualche caso rarissimo e isolatissimo (ricordo un tifoso di Simoni che  cercò di menare Mazzoleni durante una tappa di un Giro d'Italia), tutti gli sportivi che seguono il ciclismo sono uniti, compatti, anche se simpatizzano per corridori diversi e magari rivali. Anche quando c'erano i grandi dualismi  (cominciamo da Binda e Guerra, poi Coppi e Bartali, Adorni e Gimondi, Moser e Saronni) non ci sono mai stati episodi di “guerra” tra tifosi dell'una e dell'altra sponda, sempre pronti a dividersi la salamella cotta sulla griglia sullo Stelvio o sul Mortirolo. Ci voleva il Giro di Padania per dividere…
CECCO: potrei fare una battuta politica e dire: la Lega vuole la secessione, dunque vuole dividere, ha raggiunto il suo scopo…
BEPPE: è una battuta. E' naturale che la Lega abbia pensato al Giro di Padania come propaganda politica, piuttosto  mi stupisce che la Federazione abbia dato il placet, perché non ci sono nel calendario corse così chiaramente e dichiaratamente “politiche”. Ma ormai è tutta una questione di soldi, basta averli e fai quello che vuoi. Dunque la Lega, o chi per essa, ha trovato i soldi per organizzare il Giro di Padania e l'ha organizzato. E poi, oggettivamente, una breve gara a tappe può fare bene in vista del Mondiale, sempre che il percorso sia adatto, compatibile con quello iridato.
CECCO: e il percorso com'è?
BEPPE: mah, mi pare piuttosto duro, il contrario di quello di Copenhagen…
CECCO: va beh, andiamo a casa?
BEPPE: forse è meglio…
CECCO: alla prossima?
BEPPE: naturale, alla prossima!

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