Charlie Recalcati è l'anello di congiunzione tra la scorsa annata e questa nuova stagione. Al condottiero biancorosso è stato chiesto di amalgamare una nuova truppa pronta a giocare un basket diverso, ma con una costante.

Al Forum di Assago la squadra ha mostrato indizi positivi
“Con Milano abbiamo giocato soltanto i primi venti minuti sorretti dalle ottime percentuali nel tiro pesante, ma non è questa la strada che da percorrere per giungere al traguardo della vittoria afferma Recalcati . E' mancata la capacità di trovare soluzioni alternative al tiro da tre punti. Questo lo si è visto soprattutto nel terzo periodo e ciò ha generato la possibilità di dare a Milano il gioco in campo aperto e l'Olimpia è stata bravissima a sfruttare gli spazi. Sotto di 20 la partita è diventata difficilissima, abbiamo provato a recuperare costruendo qualcosa di diverso con anche qualche gioco interno, ma non si può andare sotto così pesantemente e pensare di poter rovesciare il risultato. Milano è stata brava a sfruttare le sue qualità, ma anche ad evidenziare le nostre debolezze. Nel secondo tempo è stato un derby abbastanza a senso unico”.
Era la partita di Gallinari e il nazionale italiano ha fatto discretamente male a Varese.
“Infatti, avrei preferito non vederlo! – esclama Recalcati Mi è piaciuto molto e ci ha martellato sia in attacco che in difesa”.
Diciamo che se molti potevano avere dei dubbi su questa Cimberio durante il precampionato, i primi venti minuti hanno mostrato una Varese senza timori…
“Obiettivamente arrivare alla fine con uno scarto di 14 punti era abbastanza nelle previsioni. Può essere che dal punto di vista emotivo era la partita perfetta per rompere il ghiaccio: quali tensioni potevamo avere? Il problema, semmai, era di Milano che doveva vincere a tutti i costi. L'atteggiamento mostrato dai miei giocatori è stato quello giusto: in campo senza paura, sfruttando molto bene anche Diawara leggendo la sua buona giornata al tiro”.

Invece, il dato negativo emerso è che il reparto lunghi ha prodotto troppo poco
“Sì, abbiamo inciso poco dentro l'area. Credo che si sia vista la possanza fisica di Milano nettamente diversa rispetto alla nostra, ma siamo due squadre con obiettivi molto diversi”.
Un altro giocatore sotto la luce dei riflettori è stato Justin Hurtt. Come giudichi il suo esordio?
“Speravo facesse una prestazione ben diversa. Il giocatore si rende conto che non riesce ad essere utile alla squadra come lui vorrebbe. Ha mostrato tutta la sua gioventù e il fatto di essere un giocatore acerbo. E' partito con dei falli abbastanza veniali contro Nicholas che un giocatore un po' più esperto non avrebbe speso. Ritengo che quella con Milano per lui sia stata un'utile lezione e che ora che si fa sul serio incominci a capire qual è il tipo di basket che si gioca in Europa”.

E il buon Hurtt avrà subito l'occasione di mostrare i suoi passi avanti già da domenica prossima quando arriverà a Varese l'insidiosa Montegranaro vincente all'esordio contro Avellino guidata da due veterani del calibro di Zoroski e Brunner, autori, rispettivamente, di 19 e 18 punti.

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