Lorenzo arriva abbronzato all'appuntamento per questa
intervista: per forza, è tornato solo ieri da una trasferta
sulle nevi e già domani dovrà ripartire per nuove gare di
sci alpino che lo vedranno impegnato tra la Francia, la
Svizzera e l'Italia. Non è strano: sono circa 150 i giorni
in un anno in cui ha gli sci ai piedi . La prima impressione
che dà è quella di un ragazzo pieno di vitalità, deciso,
appassionato.
Quando hai iniziato a praticare questo sport?
“Ho iniziato a sciare che avevo solo tre anni e mezzo, la
mia è una passione che nasce insieme a me! Mi ha introdotto
a questo sport mio padre (Giovanni Battista, detto
GB) che, oltre ad essere un medico, è un maestro di sci;
è sempre stato lui il mio allenatore, ispirandosi al modello
Girardelli e Kostelic, campioni in coppa del mondo; il
fatto di avere papà come allenatore ha permesso a me e
ai miei fratelli Giacomo e Francesca (entrambi, come
me, in nazionale cittadina e universitaria) di mediare più
facilmente tra studi, trasferte, allenamenti, gare”.
Lorenzo ha iniziato le sue prime gare di slalom gigante a
sei anni, nella categoria “Baby”, gare nelle quali si qualificava
piuttosto bene; è passato poi sempre col gigante
alla categoria “Cuccioli”, per procedere poi nella categoria
“Ragazzi”e in seguito “Allievi”, gareggiando con slalom,
gigante e super gigante. Il salto vero lo ha fatto però
tra la categoria “Allievi” e quella “Giovani”, perché è in
questo passaggio che si fanno allenamenti diversi e più
intensivi, si inizia a gareggiare anche per la discesa libera
. E' a questo punto che le gare iniziano a diventare più
serie ed è qui che i giovani, se non si lasciano spaventare
dalla serietà mentale di questa disciplina, possono avviare
la loro carriera verso una possibile nazionale o verso
gruppi sportivi come per esempio quelli dei Carabinieri,
della Polizia, delle Fiamme Gialle.
“E' stato solo verso i quindici sedici anni che ho tentennato
un attimo: mi sentivo un po' isolato dagli altri, gli
amici al sabato uscivano ed io non potevo perché il giorno
dopo avevo una gara o perché ero via . ma la passione
per lo sci è stata più forte, ed eccomi qui.”
Ha viaggiato già molto, questo diciannovenne che non
riesce a stare fermo, per ora ha girato tre quarti d'Europa
e si vede che è cresciuto anche grazie a questo sport che,
come tutti gli sport che si praticano seriamente , gli ha
trasmesso sicuramente disciplina e determinazione.
Ma dimmi, Lorenzo, di quali gruppi fai parte?
“Io faccio parte sia del Comitato Lombardo che dello Sci
Club Malnate, al quale sono arrivato dopo qualche anno
passato allo Sci Club Coustunn di Olgiate Comasco.
Qui al Malnate, grazie soprattutto alla sensibilità e disponibilità
dei dirigenti, ( Ferin il Presidente e Lanfranchi
il Vicepresidente, e i collaboratori Dal Bosco e Passeri)
siamo riusciti a smuovere un po' le acque, e ad avviare
al circuito internazionale alcuni compagni dello
Sci Club, Luca Lanfranchi e Andrea Fontanella. Ma non
solo: da quest'anno faccio parte anche della Nazionale
Universitaria, e un nostro obiettivo è quello di andare alle
Universiadi, le Olimpiadi degli universitari che quest'anno
sono state in Turchia a metà gennaio”.
Che risultati hai raggiunto quest'anno?
“Sono arrivato secondo ai campionati di slalom Gallesi
a Le Crosets in Svizzera Francese e sono arrivato
decimo ai Campionati Europei Cittadini a Steibis,
in Germania a fine gennaio: questi sono stati i miei
migliori risultati”.
Lo sci qui a Varese non è uno sport molto diffuso, indubbiamente
a causa dei costi elevati che ha, sia per le attrezzature
che per le trasferte; ma forse anche perché le montagne
“appetibili” per allenarsi non sono poi così vicine,
e ci vuole comunque parecchio tempo per raggiungerle.
“Per questo uno Sci Club, come per esempio quello di
cui faccio parte io, si sposta ogni tanto per partecipare a
delle gare, fa sedute di allenamenti anche estivi, ma in
fondo non ci investono molto”.
Uno sport più che altro individuale quindi, dove ciascuno
deve dare il meglio di se stesso per se stesso, dove
vengono richiesti un investimento economico, fisico e
mentale non indifferenti.
“Credo sì, che sia uno sport più che altro “personale”
dove gli sforzi individuali premiano e le piccole défaillances
fisiche o mentali puniscono con durezza; consiglio
a chi fosse interessato ad avere informazioni sulla
FIS (Federation International Ski) di cercare sul sito
www.fis-ski.com”.
Angela Azzoni

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